Mettiamola così, senza effetti visivi e speciali buona parte del cinema che oggi conosciamo si presenterebbe in modo piuttosto diverso da quello che siamo abituati a vedere nelle sale.
Dubito che molti spettatori sarebbero disposti a pagare per vedere attori che si muovono su più o meno grandi superfici verdi uniformemente illuminate interagendo animatamente con il nulla.
Eppure l’industria che dà forma e sostanza a tutto questo immaginario visivo e narrativo movimentando ogni anno milioni di dollari e fornendo lavoro a decine di migliaia di persone è in crisi. Una profonda crisi che non risparmia le aziende e gli artisti digitali e non che lavorano per loro. Mentre Bill Westenhofer, responsabile degli effetti speciali di Vita di Pi ritirava il meritato premio Oscar per gli effetti speciali dell’ultima fatica del regista Ang Lee, la Rhythm and Hues, principale artefice materiale di quel lavoro, faceva richiesta di bancarotta. Perversa coincidenza che se non altro ha avuto il pregio di portare alla ribalta della cronaca quello che è un fenomeno ormai endemico del settore. Una corsa cieca al ribasso, al contenimento dei costi e alla massificazione del profitto che soffoca il mercato e umilia i professionisti. La qualità nel medio periodo non potrà che risentirne. Ma il medio periodo sembra essere un concetto che ci appartiene sempre meno. Intendiamoci, la ricerca del profitto non è sbagliata in sé, ci mancherebbe, ma deve essere affiancata da una visione di crescita e sviluppo della qualità del lavoro e delle persone.
VFX Solidarity International è un gruppo di professionisti delle arti digitali nato per fornire supporto ed informazione agli stessi operatori di settore. L’obiettivo è quello di cercare nuove strade per stabilizzare il mondo degli effetti speciali favorendo il dialogo tra le parti e tentando al contempo di gettare le basi per un modello economico di settore maggiormente sostenibile.
Un obiettivo tanto ambizioso quanto importante. Ho come la sensazione (pressante) che faremo bene a cercare di perseguirlo anche al di fuori del mondo del cinema. Ma questo è un altro post.
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